Fitness nuovi studi: il tuo personal trainer è lo smartphone

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I risultati, nello sport, si ottengono quasi sempre quando ci si affida ai consigli di un esperto nel settore. Ecco perché sono sempre di più coloro che in questi anni, non hanno voluto rinunciare al personal trainer. Lo stesso che ora diventa virtuale e si appoggia al dispositivo che ci sta più vicino durante la giornata, lo smartphone.

Li amiamo e li odiamo, ma ormai sono diventati quasi reali, indispensabile per molte azioni della nostra vita. Nel fitness stanno diventando sempre più dei protagonisti e ancora di più in queste settimane, visto che la prova costume è alle porte e nessuno si vuol fare trovare impreparato. Gli uomini come le donne. Attraverso i consigli di quello che un tempo era solo un telefono con accesso ad internet e oggi è carico di app ad hoc, si può avere qualche indicazione su come e quanto correre e come dimagrire. Vengono, inoltre, controllati i progressi e spiegato in che modo si possono tonificare gambe, braccia, addominali e glutei.

Le palestre, dunque, rischiano di svuotarsi e in tempi di crisi non è certo una bella cosa. Tuttavia non ci sono dubbi le applicazioni per il fitness, come vi avevamo più volte detto, creano dipendenza e chi le prova non vuole più perderle. Nuove ricerche americane lo confermano, in particolare l’ultima delle scorse settimane che si chiama Research Now per Mobiquity.

In questo caso sono state prese a campione, almeno mille persone, tutte degli Stati Uniti, che si affidavano ad app di questo tipo. Quasi tutti seguivano le indicazione da una a quattro volte al giorno. Il metodo ha dimostrato di essere vincente, perché è alla portata di tutti. 

Ancora una volta, poi, occorre sottolineare che le applicazioni vannno di pari passo con i dispositivi elettronici da indossare che per quanto abbiano conquistato moltissimo soprattutto i giovani fanno comunque tendenza. Dopo i ragazzi tra i 24 e i 34 anni, ora tocca anche a chi ha qualche anno in più e non ci resta che guardare dove ci porterà questa evoluzione.

Photo Credit: Thinkstock

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